
L’arcangelo del VII secolo nell’arco orientale della Panagia Drosiani è un esempio straordinario di iconografia bizantina primitiva con una profonda valenza teologica
Nel tempio della Panagia Drosiani a Naxos, nell’intradosso dell’arco orientale, si conserva una delle più importanti rappresentazioni affrescate del VII secolo d.C. L’immagine dell’arcangelo è un notevole esempio di iconografia bizantina primitiva. Quest’opera occupa un posto speciale nel patrimonio culturale delle Cicladi e a livello mondiale.
Il monastero di Drosiani, oggi rappresentato dal tempio conservato, è stato uno dei più antichi centri monastici dei Balcani, mentre la iconografia degli arcangeli nel VII secolo costituiva un tema centrale nell’arte cristiana (Dix). Le fonti storiche registrano che la costruzione del tempio iniziò probabilmente nel VI secolo d.C., mentre questo specifico affresco è datato al VII secolo d.C., un periodo cruciale per la formazione della tradizione iconografica bizantina.
Analisi Iconografica e Elementi Artistici
L’arcangelo è rappresentato a figura intera e frontalmente. Indossa una tunica ampia con pieghe e una cintura stretta in vita, mentre un mantello copre il petto destro chiudendosi a sinistra alla base del collo. L’elegante abbigliamento è adornato con file di perle sugli ornamenti rotondi e altri elementi decorativi, suggerendo la tradizione imperiale dell’epoca – la iconografia bizantina del VII secolo mostra forti influenze dalla corte costantinopolitana (Vionis).
La testa dell’arcangelo è circondata da riccioli abbondanti decorati con un nastro bianco. Ciuffi di capelli fluiscono liberamente, creando una sensazione di movimento accentuata dal sottile contorno che segue la linea dei capelli. Una tecnica simile si trova nell’apostolo Andrea nella Santa Maria Antiqua di Roma all’inizio dell’VIII secolo.
Imponenti ali si uniscono in un arco armonioso attorno all’ampio aureola. L’arcangelo tiene nel braccio destro uno scettro e nella sinistra una sfera – elementi che definiscono la sua autorità celeste e il suo ruolo cosmico. L’iconografia dell’Ascensione include spesso arcangeli in forme simili (Dewald), rafforzando l’ipotesi che l’immagine faccia parte di una composizione teologica più ampia.
Contenuto Teologico e Simbolico
Le caratteristiche fisiche dell’arcangelo rivelano una nobiltà spirituale e una tradizione classica antica che caratterizzava l’arte bizantina dell’epoca. Snodato e agile, con spalle dolcemente arrotondate, emana una postura ufficiale contenuta sulla superficie ristretta dell’arco. Il volto grazioso, nonostante il deterioramento del colore della pupilla, mantiene una presenza gentile, stabile e leggera.
La modellazione è audace nelle combinazioni di rosso, ma delicata nell’esecuzione. Sullo sfondo di un pallido bianco, la figura si distingue con dignità, riflettendo la concezione teologica degli arcangeli come mediatori tra il mondo celeste e quello terreno. La iconografia cristiana primitiva del XXI secolo sottolinea l’importanza di tali rappresentazioni nello sviluppo del pensiero teologico (Kiilerich).
La scelta di raffigurare l’arcangelo nell’arco orientale non è casuale – questa posizione simboleggia la gloria celeste e l’attesa escatologica. Un’etica seria e sobria pervade l’immagine, riflettendo la spiritualità monastica dell’epoca che fiorì nelle isole dell’Egeo nonostante le turbolenze politiche del VII secolo.
Contesto Storico e Datazione
Il VII secolo d.C. rappresentò un momento cruciale per l’impero bizantino e lo sviluppo dell’arte cristiana. Nella Panagia Drosiani, l’affresco dell’arcangelo proviene dalla prima fase della decorazione iconografica, datata prima del periodo dell’iconoclastia. Questo rende l’opera particolarmente significativa per la comprensione della tradizione pre-iconoclastica.
La iconoclastia bizantina dell’VIII secolo che seguì portò alla distruzione di molti affreschi dell’epoca (Gero). La conservazione di questa specifica rappresentazione a Naxos è dovuta alla relativa isolamento dell’isola dagli eventi centrali dell’impero, il che ha permesso la sopravvivenza di immagini che altrove sono state distrutte.
Gli elementi dell’abbigliamento e della tecnica rimandano alla tradizione costantinopolitana, come dimostra il confronto con le rappresentazioni nella Santa Maria Antiqua di Roma. Si tratta del periodo di massimo splendore dei centri monastici nell’Egeo, quando isole come Naxos divennero importanti punti spirituali della cristianità orientale.
La tematica dei sette arcangeli e il loro significato simbolico nella teologia messianica (Dix) hanno particolarmente catturato il pensiero cristiano dell’epoca. Nella Drosiani, l’immagine è inserita in una composizione più ampia che includeva l’Ascensione e altre scene escatologiche, come testimoniano gli affreschi conservati del tempio.
L’eccezionale conservazione dell’opera rende l’arcangelo del VII secolo nella Panagia Drosiani un monumento unico dell’iconografia bizantina primitiva, che combina profondità teologica, perfezione artistica e importanza storica per la comprensione dell’arte cristiana nel contesto greco.

Dettaglio del volto dell’arcangelo con capelli ricci e nastro bianco, caratteristico della tecnica bizantina del VII secolo nella Drosiani di Naxos
Bibliografia
Dewald, Ernest T. “L’Iconografia dell’Ascensione.” American Journal of Archaeology, Vol. 19, No. 3 (Lug.-Set., 1915): 277-319.
Dix, G. H. “I Sette Arcangeli e i Sette Spiriti: Uno Studio sull’Origine, Sviluppo e Associazioni Messianiche dei Due Temi.” The Journal of Theological Studies, Vol. 28, No. 111 (Aprile, 1927): 233-250.
Gero, Stephen. “Note sull’Iconoclastia Bizantina nell’VIII Secolo.” Byzantion, Vol. 44, No. 1 (1974): 23-42.
Kiilerich, Bente. “Lo Stato dell’Iconografia Cristiana Primitiva nel Ventunesimo Secolo.” Studies in Iconography, Vol. 36 (2015): 99-134.
Vionis, Athanasios. “Risposte delle Isole nell’Egeo Bizantino: Naxos Sotto la Lente della Ricerca Archeologica Attuale.” ResearchGate (15 Aprile 2018).

